La molteplicità delle voci risulta essere il vero punto di forza del libro stesso, in quanto l’attenta e documentata disamina affronta aspetti, sfaccettature e punti di vista originali, creativi in grado di garantire quell’approccio educativo ecologico-globale e inclusivo, raccomandato dalla Legge 71/2017.
Nel volume, scorrevole nella sua lettura per chiarezza e specificità lessicale, si apprezzano i rimandi frequenti alle normative che hanno regolato nel tempo la materia trattata. L’apparato di schede operative, gli esempi di protocollo e di screening pedagogico-didattico, i grafici e le tabelle allegate costituiscono materiale utile soprattutto per quei docenti che vogliono affrontare questo fenomeno con una prospettiva nuova, diversa, slegandosi dalla concezione ormai desueta d’una scuola trasmissiva e noiosa per incoraggiare nei discenti l’acquisizione di abilità e competenze in un percorso di crescita verso l’autonomia.
Ricchissimo di risorse, il libro fornisce strumenti e supporti validi e utili per la sensibilizzazione della collettività, come: il “ Manifesto della comunicazione non ostile”, che si propone di contrastare in rete la diffusione del linguaggio di odio; “Una vita da social” a cura della Polizia Postale; il progetto “Generazioni connesse”; ELISA, piattaforma sorta in collaborazione con l’università di Firenze, per consulenze in situazioni concrete che necessitano di competenze e interventi particolari; DAPHNE, programma di prevenzione del Dipartimento di Giustizia minorile cofinanziato dall’UE; per citarne solo alcuni tra i tanti segnalati.
Meccanismi e attori del bullismo
Riconosciuto come un grave fenomeno sociale, il bullismo è caratterizzato da comportamenti violenti, molesti, aggressivi , persecutori , intenzionali e reiterati nel tempo, attuati soprattutto in ambiente scolastico ed esercitati su una vittima che ha difficoltà a difendersi. La tecnologia consente ai bulli di penetrare nella rete (i social network sono i luoghi del cyberbullismo) e di perseguitare le vittime con messaggi, video, ingiurie, diffamazioni, furto d’identità e immagini offensive pubblicate anche sui siti web. Lo schermo del computer e la comunicazione virtuale conferiscono al bullo una condizione di anonimato che ha l’effetto di indebolire, grazie alla distanza sociale, la propria responsabilità, rendendolo spesso inconsapevole dei danni e delle conseguenze morali delle sue azioni. Disturbi relazionali e di condotta, deficit emotivo e scarsa empatia gli impediscono inoltre di percepire gli stati d’animo degli altri e la sofferenza della vittima.
Interessante, e utile da un punto di vista psicologico, appare l’analisi della Curatrice sui vari attori in una situazione di bullismo: il bullo prende l’iniziativa, la vittima subisce, il sostenitore incita e guarda, il difensore prende le difese della vittima, l’esterno rimane indifferente fuori dalla scena, l’aiutante è seguace del bullo. Tale schema, per analogia, mi rimanda ad un’esperienza recente della metodologia del Theatre for living, proposta durante il seminario sulla cittadinanza globale condotto all’interno del progetto europeo InterCap, cui ANFIS ha fattivamente collaborato. Gli esiti dell’attività hanno dimostrato che il teatro partecipativo, coinvolgendo direttamente gli studenti nella problematica del bullismo, favorisce lo sviluppo della capacità empatica, necessaria proprio per il superamento delle condotte aggressive e devianti.
Il fil rouge del volume, che parte dall’assunto che questo “male sociale” riguarda tutti, è la ricerca di buone pratiche per il recupero di resilienza, autostima e spinta al cambiamento, rafforzando la cultura della legalità, della responsabilità individuale e collettiva.
Il quadro normativo
Altri aspetti significativi da evidenziare sono l’iter normativo e il dibattito parlamentare che, ripercorsi da E. Ferrara, hanno portato alla luce la Legge 71/2017, cuore pulsante di tutto il volume.
L’esperienza dolorosa narrata dalla stessa Ferrara nel cap. 5, (La legge n. 71/17, un’alleanza educativa), ossia il suicidio nel 2013 di Carolina Picchio, sua ex alunna quattordicenne, testimonia come spesso la sofferenza umana possa scuotere le coscienze e fungere da stimolo all’azione, spingendo a colmare un grave vuoto legislativo, fornendo una risposta costruttiva contro la logica inaccettabile della prevaricazione e dell’omertà offline.
Completa ed esaustiva appare l’analisi dei punti ineludibili posti dalla normativa, in sintonia con le Linee guida europee. Nell’ambito di questo quadro, è irrinunciabile il principio di alleanza educativa che alimenta tutte le figure coinvolte per contrastare bullismo e cyberbullismo: la governance istituzionale gestita dal Miur, le famiglie e la scuola (docenti, DS e docente referente), in collaborazione con le strutture del territorio (associazioni, polizia postale, USR etc..), assumono inevitabilmente un ruolo attivo e determinante nel coordinamento delle diverse iniziative.
Il bullismo nella rinnovata educazione civica
E’ rilevante sottolineare il legame intrinseco tra la Legge 71/2017 e i programmi di Ed. Civica, soprattutto in relazione alla Cittadinanza digitale e all’Ed. alla legalità. Infatti, poiché in caso di reato del minore la normativa introduce la procedura di ammonimento da parte del Questore, si comprende che lo spirito della suddetta legge non mira ad interventi punitivi e repressivi, ma ad azioni educative, che si possono incoraggiare e sviluppare attraverso l’apprendimento di quei valori morali e culturali sui quali si fondano la convivenza civile e le istituzioni. Appare dunque irrinunciabile per un docente iniziare il percorso formativo dei propri discenti partendo dall’educazione all’affettività, con l’obiettivo di promuoverne la crescita.
Per tale ragione, ritengo importante un’altra riflessione: acquisire una nuova visione pedagogica, la cosiddetta pedagogia olistica, come nel cap. 6 (Una nuova best practice) suggerisce A. Battaglia, creando il senso del Noi, penetrando e intervenendo nei diversi livelli dell’essere umano (fisico, cognitivo, spirituale etc.). Inoltre la proposta di una didattica creativa trova il suo luogo naturale nel Tri-Pax, un’attività formativo-didattica, legata alla peer education, per la risoluzione dei conflitti, disagi, comportamenti problematici. Attraverso un gioco di ruoli, si individua una tappa necessaria nel processo di “alfabetizzazione emozionale” per lo sviluppo dell’empatia, unico e vero antidoto all’ipertrofia dell’io, a quelle tendenze narcisistiche ed egocentriche che supportano le condotte aggressive.
Mi piace chiudere questo mio excursus analitico proponendo a chi ci legge di adottare l’idea, veramente geniale e intuitiva, del patentino di smartphone, descritto da vari Autori nel cap. 7 (La patente per l’uso consapevole dello smartphone). Il progetto nasce nel 2017 nella provincia di Verbania e, grazie al successo riscontrato, viene poi esteso alla Regione Piemonte e si fonda su un elemento importantissimo di tutto il discorso educativo fino a questo momento affrontato: il coinvolgimento necessario dello studente. Senza la sua condivisione, senza la sua intima intenzione, senza la sua partecipazione interiore, come sostiene Kant, si scivolerebbe nelle cosiddette etiche eteronome, vanificando proprio quel carattere dell’autonomia tanto vagheggiato e indispensabile per attivare un percorso formativo efficace.
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Stop al Bullismo - video degli studenti del Liceo Artistico di Brera
Il tema del bullismo e cyberbullismo che affrontiamo in questo spazio si chiude con la proposta di un video, breve ma esplicativo. L’intenzione è quella di fornire, a chi opera nel mondo della scuola, strumenti educativi e didattici adeguati ad affrontare questo difficile quanto diffuso problema.
Lo spot, realizzato dagli studenti della 2°A del liceo artistico Brera di Milano, semplice e incisivo nella comunicazione del suo messaggio, è nato con l’idea di sensibilizzare le giovani generazioni a contrastare e superare il disagio del bullismo e cyberbullismo soprattutto all’interno delle mura scolastiche.
Guidati dall’insegnante di Italiano, prof. Marco Fragale, i ragazzi si sono impegnati in un laboratorio di scrittura creativa e, mettendo in pratica le loro competenze, dopo tre fasi di lavoro (momento di introspezione, narrazione di esperienze, lettura dei testi e scelta di uno scritto da rielaborare), hanno concretizzato questo “compito reale”. Il video ha contribuito a far crescere nella classe e nella scuola il senso di responsabilità, necessario per contrastare ogni forma di bullismo e di prevaricazione. La riflessione e il dialogo hanno permesso di far emergere la consapevolezza di questo problema, non sempre visibile agli occhi degli adulti, con l’obiettivo di aiutare soprattutto quegli studenti timidi e introversi che faticano ad aprirsi, vivendo ogni forma di isolamento, fragilità ed emarginazione.