La storia della scuola
La scuola d’italiano per migranti BINARI è nata nel 2011 su iniziativa del Circolo Ferrovieri Martiri di Greco e della Fondazione Cesare Pozzo, con la collaborazione del Centro Filippo Buonarroti e degli insegnanti volontari che si sono impegnati nell’iniziativa. La scuola, nei primi tre anni, ha avuto come sede i locali concessi dal sindacato dei ferrovieri negli uffici del Binario 21 della Stazione Centrale di Milano. Questa origine spiega anche il nome e il logo della scuola Binari.
Dopo un inizio con qualche decina di studenti, negli anni successivi siamo arrivati a superare il centinaio di iscrizioni. Questo risultato ci ha portato a cercare nuovi spazi congrui per la didattica e per tutte le attività di inclusione collegate. Si è dovuto, a malincuore, lasciare la Stazione Centrale e dal 2015 la scuola è ospitata presso le Case delle Associazioni del Volontariato del Municipio 1 e del Municipio 2 di Milano.
Questi spazi e la disponibilità di oltre 30 insegnanti ci hanno permesso di garantire 12 ore settimanali di lezione con 5 o 6 classi di diverso livello a circa 300 studenti l’anno. Il gruppo-classe è formato al massimo da una dozzina di studenti, il più possibile di livello omogeneo quanto a competenze linguistiche, ma con il massimo di eterogeneità per provenienza, età e genere: la scuola vuole essere innanzitutto luogo di socializzazione, inclusione e conoscenza degli altri.
La didattica: il Toolkit e la DaD
La didattica è ovviamente al centro del nostro impegno: gli insegnanti, tutti volontari, hanno ben presente l’importanza di dover adeguare le lezioni, di volta in volta, ai bisogni e alle caratteristiche degli studenti presenti, privilegiando la lingua come strumento di comunicazione e non come codice astratto di regole.
Pur lasciando ai volontari la scelta degli strumenti utili per le lezioni le indicazioni che ad inizio anno vengono date ai nuovi volontari fanno riferimento ad un collaudato ed importante lavoro svolto in seno al Consiglio d’Europa per l’Integrazione Linguistica dei Migranti Adulti e sono comunque consigliati filmati, canzoni e giochi.
Il progetto è conosciuto col nome di “Toolkit”[4] ed è stato sperimentato in Italia in 36 centri a partire dal 2017 e ha coinvolto 150 volontari e 2.076 rifugiati. Prezioso per affrontare questioni etniche e culturali, il Toolkit fornisce strumenti di progettazione e preparazione del supporto linguistico in situazioni diverse ed impegnative, favorendo un apprendimento soprattutto di tipo informale, che si propone di partire sempre dall’analisi delle necessità dei migranti.
La recente emergenza determinata dalla pandemia Covid-19 ha reso necessario il passaggio dalle lezioni in presenza a quelle a distanza.
Dopo un primo e inevitabile momento di sconcerto tutti i volontari si sono adoperati per rimanere collegati con il gruppo classe, usando le piattaforme Zoom, Meet e, quando non erano disponibili altri strumenti, WathsApp.
In questo modo si è riusciti a tenere collegati circa i 2/3 dei nostri studenti. Questa situazione ha comunque svantaggiato le fasce più deboli economicamente e culturalmente, problema che ha riguardato tutta la scuola italiana. Le nostre lezioni anche se a distanza hanno permesso un intenso lavoro con risultati apprezzabili, confermati dagli esiti degli esami per le certificazioni linguistiche.
Certificazioni linguistiche
La ormai famosa intercettazione video dell’esame d’italiano svolto da un calciatore ricco e famoso (esame poi invalidato con il conseguente rinvio a giudizio di 4 persone) ha reso di dominio pubblico il fatto che gli extracomunitari per ottenere alcuni riconoscimenti giuridici in Italia ma anche in Europa, devono superare un esame d’italiano.
In particolare, coloro che sono presenti regolarmente in Italia da almeno 5 anni possono ottenere un permesso di “lungo soggiornante” con il superamento dell’esame A2, mentre l’attribuzione della cittadinanza italiana a coloro che sono residenti in maniera continuativa e regolare in Italia da più di 15 anni viene richiesto il livello B1.
E’ indiscutibile che la piena integrazione avvenga a partire dalla conoscenza della lingua del paese in cui si vive; nel corso del tempo la scuola Binari ha contribuito, aiutando decine di studenti ogni anno alla preparazione degli esami.
Gli esami possono essere svolti solo da Università ed enti privati certificati, nonché da Prefetture e CPIA (Centri Permanenti Istruzione Adulti): queste ultime due realtà, specialmente durante il lungo periodo di lockdown, non hanno però garantito questo servizio per un gran numero di richiedenti.
Da anni avevamo instaurato un costante e produttivo rapporto con il Centro Culturale multietnico “La tenda” (grazie alla Rete delle scuole senza permesso) ente riconosciuto come certificatore Plida della Società Dante Alighieri. Solo in questo ultimo anno scolastico ,da settembre 2020 al mese di giugno 2021, siamo stati in grado di seguire e preparare agli esami di certificazione più di 70 nostri studenti.
Il problema di accogliere le richieste di coloro che hanno necessità di sostenere l’esame, si ripresenterà nei prossimi anni con maggior intensità e per far fronte alle domande predisporremo già da settembre brevi corsi in presenza o on line per la sessione di novembre 2021.
C’è da sottolineare che, ancora una volta, il volontariato e le “reti” di associazioni devono supplire ad una mancanza delle istituzioni. L’esame è obbligatorio per legge, ma le strutture dove prepararlo e sostenerlo sono spesso provate, a pagamento, non sempre affidabili, e per giunta difficili da trovare. Qui entra in gioco il volontariato che gestisce numerose iniziative, che è giusto apprezzare e far conoscere.
Inclusione
L’attività della scuola fin dall’inizio si è caratterizzata per un forte impegno verso l’inclusione e il coinvolgimento: oltre alle lezioni d’italiano si propongono gite, feste, iniziative sportive e culturali. Numerose sono le uscite “didattiche” per visitare i musei o i luoghi storici di Milano.
A Milano opera da 17 anni la Rete Scuole Senza Permesso, un coordinamento fra un notevole gruppo di scuole per immigrati (più di 30) volontari (più di 500) studenti (sopra i 4.000) con un lavoro annuale di circa 12.500 ore di insegnamento. Il nome scelto dai fondatori è un chiaro messaggio di accoglienza per tutti, senza se e senza ma.
L’adesione di Binari alla Rete Scuole Senza Permesso ha garantito la visibilità sul sito http://www.scuolesenzapermesso.org, ma soprattutto ha portato all’organizzazione di momenti cittadini di svago, di studio, di protesta a cui hanno partecipato gli studenti e i volontari.
Riflessioni aperte
Ci sembra necessario chiudere questa nostra breve cronaca del lavoro svolto con alcune considerazioni di carattere generale su un aspetto relativo al nesso tra demografia e migrazioni, che viene poco considerato ma che sarà decisivo per il prossimo futuro dell’Italia e dell’Europa.
Riprendiamo le parole acute e chiarissime del demografo Gianpiero Dalla Zuanna che in un articolo sul “Corriere della sera” del 5 giugno 2021, prendendo spunto dalle Considerazioni del Governatore della Banca d’Italia, Visco, in merito alla previsione di una forte ripresa per l’economia italiana, scrive: “…Il capitale umano di cui dispone l’Italia sarà in grado di sostenere questa nuova ripresa? Le forze di lavoro potenzialmente disponibili saranno sufficienti per alimentare una robusta crescita economica? Dal punto di vista strettamente demografico, la risposta è negativa… Se non ci saranno migrazioni, il saldo annuo negativo sarà di 270.000 potenziali lavoratori. In realtà la carenza di lavoratori manuali sarà più drammatica…Oggi, nell’Italia del Centro-Nord, il 50% dei lavoratori manuali a bassa qualifica, in tutti i settori sono svolti da lavoratori stranieri… Nel Recovery Plan non si parla mai di immigrazione né di immigrati. Eppure, i numeri della demografia mostrano che per avere successo, il Piano non potrà fare a meno di centinaia di migliaia di nuovi lavoratori provenienti dall’estero che andranno a costituire una parte consistente della Next Generation Europe…”
Inutile dire che, data l’indifferenza e la disorganizzazione delle strutture statali, l’unica speranza per il primo inserimento di queste centinaia di migliaia di immigrati, con l’insegnamento della lingua e la soluzione dei mille problemi burocratici generati dalle leggi, sarà nell’oscuro lavoro delle migliaia di strutture di volontariato che operano in tutta Italia e di cui, a Milano, sono un esempio la Rete delle Scuole senza Permesso e la nostra scuola “Binari”.