Aumento
dell'orario d'insegnamento nella secondaria a 24 ore deciso senza
alcuna sensata valutazione
Per il momento bastano poche righe per esprimere
tutto il disappunto e lo stupore per una proposta fatta nella totale
assenza di elementi di valutazione validi per la decisione. Nessun
coinvolgimento di commissioni parlamentari e parti sociali, nessuna
relazione tecnica che dettagli con quali criteri si è stabilito che
l'equiparazione del lavoro didattico "diretto" di 18 ore non
corrisponda più, oggi, al lavoro di 22+2 ore nella scuola primaria e
dell'infanzia, nè al lavoro di 36 ore del pubblico impiego. Ignorati
completamente i dati sul burnout nella professione prodotti negli
ultimi anni, le condizioni di lavoro in aula nell'attività
d'insegnamento a ragazzi e ragazze, le attività indirette e connesse
necessarie a condurre il lavoro a scuola.
Nell'articolo
del Corriere di venerdì 12 ottobre qualcuno arriva a dire che
"anche la scuola deve fare la sua parte" per i risparmi. Se qualcuno
avesse dubbi su quale parte abbia fatto la scuola da decenni basterebbe
che entrasse in una delle tantissime scuole italiane: a parte qualche
rara eccezione si vedano arredi, strutture, dotazioni tecniche e
didattiche, si "spulcino" i bilanci delle scuole, dove quanto accaduto
in passato e di recente in ammnistrazioni sanitarie ed enti pubblici
non avrebbe mai potuto accadere a scuola. E questo non solo per la
decisamente più onorevole statura morale dell'istituzione scolastica,
ma anche per la endemica e secolare povertà in cui viene tenuta la
scuola (non basta qualche LIM). L'ANFIS esprime tutto il suo dissenso
per il merito e il metodo della decisione.
Inseriamo un utile contributo sul tema pubblicato
su Orizzontescuola, che offre una panoramica europea dell'orario di
servizio degli insegnanti. Leggi
il contributo.
Utile anche recuperare la riflessione sul
trattamento economico degli insegnanti di R. Scaglioni
pubblicata alcuni mesi fa su ilsussidiario.net.
(notizia aggiornata il 15/10/2012)
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